Giovedì 22 aprile 2010 ore 12, Viale Marche, 71 – aula magna
CRISTINA MORINI
(…) Non vorrei che dal quadro tratteggiato si traesse l’idea che non c’è via di scampo…
Si sta instaurando una ancora embrionale, imprecisata e singolare, infedeltà al sistema. Se nel passato fordista, per reggere la propria alienazione e la propria fatica, i lavoratori delle fabbriche sperimentavano forme di sottrazione, di assenteismo, oggi, in tempi di postfordismo e di nomadismo, è l’infedeltà il tema con cui, necessariamente, il capitale dovrà confrontarsi nel prossimo futuro. Dal nostro punto di vista, essere infedeli vuole dire ritrovare, finalmente, quel tratto irriducibile del desiderio umano e dell’esperienza che non è mai del tutto censurabile, controllabile, governabile, alienabile, reificabile, trasmissibile. Quella che chiamiamo anche un’eccedenza.(…) L’infedeltà può, in potenza, aprirci nuove prospettive. Dal punto di vista del capitalismo, invece, l’infedeltà si traduce in una difficoltà a trasformare interamente la cooperazione sociale in cooperazione produttiva. Noi siamo la crisi del lavoro astratto. Noi siamo
il potere del fare creativo che si oppone radicalmente alla propria astrazione, come ha scritto John Holloway.
Cristina Morini, giornalista, collabora con varie riviste da Posse a Infoxoa a DeriveApprodi. Fa inchiesta e ricerca sociale sul tema del lavoro, in questo periodo si occupa di precario-cognitariato femminile. autrice di saggi sulle trasformazioni del lavoro legate alle differenze di genere, nel 2001 ha scritto “La serva serve – Le nuove forzate del lavoro domestico” per la collana Map di DeriveApprodi, collana che ha “co-curato” dal 1999 al 2002.
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