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DIALETTICA UNIVERSITARIA. STUDENTI VS CDA
categoria: interfacoltà

L’inverno proprio non concede tregua ed il chiostro dell’Università degli Studi di Milano, per tutti “la Statale”, sarebbe rimasto ancora un giorno troppo spoglio e silenzioso; chissà se indifferente, o, forse, incapace di reagire allo scempio presente. Oggi è un giorno diverso comunque, è il 23 febbraio e c’è in calendario l’incontro del consiglio d’amministrazione dell’ateneo. Non ci vogliono undici decimi per leggere, in calce alla sua convocazione, la nostra urgenza di esserci: nello zaino un carico di rabbia e “delusione comparata” per l’andazzo del sistema università.
L’appuntamento dei collettivi di facoltà è per le 14 in chiostro di filosofia. Insieme a noi, tra caffè in plastica e smazzo di f lyer, gli studenti del politecnico che da mesi lottano contro la chiusura della mensa ed i sodali dell’accademia di Brera, anche loro intabarrati, come a proteggersi da Milano più
che dal freddo. L’eccitazione di sempre sale d’un colpo. Andiamo con ordine: striscione, fatto. Volantini, stampati. Pieghevoli ed energia, ci sono. Abbiamo centinaia di bollettini postali precompilati, quelli con cui chiederemo il conto dei tagli ai docenti che guadagnano fino a 196mila euro lordi l’anno, li abbiamo stretti tra le dita. Osservandoli, solo per un attimo, mi sento quasi inattaccabile: come rapaci volteggiano sulla carcassa del mondo della formazione, hanno fatto scempio di ricerca e didattica, strappato finanziamenti ed autorevolezza agli atenei, per rivalersi oggi (oltre al danno la beffa!) sulle tasse di noi studenti e sui diritti di altri lavoratori.
Poco dopo le 15, entriamo nella sala di rappresentanza, tutti gli sguardi sono su di noi e l’ingresso da timido si fa presto più deciso. Il mosaico della nostra analisi collettiva, sul presente della Statale, ha parecchie voci ed ar riva a raffiche alle orecchie dei presenti: lo stato di penuria di risorse ha assunto un carattere strutturale…la formazione è messa all’angolo, vilipesa e costretta a rivolgersi all’impresa…il sentiero obbligato delle fondazioni e dei CdA in mano ai privati, si scontra con la corruzione di un’imprenditoria selvaggia e multinazionale. “Ci offrite meno servizi e più tasse, rivendichiamo diritto allo studio e l’unico taglio possibile: quello degli sprechi, delle
superconsulenze e degli stipendi dei baroni.” Leggiamo uno dei documenti elaborati in maniera condivisa, proviamo ad articolare un dibattito che muore sul nascere: nessuno dei membri del CdA è disposto a dialogare con gli studenti, nessuno. Prende la parola per tutti il rettore, dichiarando concluso e rinviato l’incontro. Escono seccati, indisponibili, oggi come sempre, a fare proprie l’analisi critica, così come le proposte che abbiamo discusso in queste settimane di condivisione tra facoltà. Si decide per un’assemblea attorno al grande tavolo della sala, i giornalisti presenti si fermano ad ascoltare il contributo che
avremmo voluto presentare. All’uscita appendiamo lo striscione per l’unico taglio possibile: quello delle tasse. Un secondo striscione, per gli studenti inquisiti per i fatti del g8 unversity summit dello scorso maggio, è già appeso in atrio aula magna. Domani al palagiustizia di Torino ci sarà l’udienza, non c’è tempo di rileggere queste righe, che già qualcuno di noi si prepara per la trasferta solidale.

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