Giacomo Verde
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Giacomo Verde si occupa di teatro e arti visive dagli anni ’70.
Dagli anni ’80 realizza oper’azioni collegate all’utilizzo di tecnologia “povera”: videoarte, tecno-performances, spettacoli teatrali, laboratori didattici. Inventore del “Tele-racconto” – performance teatrale che coniuga narrazione, micro-teatro e macro ripresa in diretta -, è stato tra i primi italiani a realizzare opere di arte interattiva e net-art. Riflettere sperimentando lucidamente sulle mutazioni tecno-antropo-logiche in atto a creare connessioni tra diversi generi artistici è la sua costante.
Artivismo tecnologico
Il libro raccoglie una serie di interviste e scritti di Giacomo Verde sulle sue diverse esperienze artistiche accumunate da un uso etico e politico delle tecnologie. Per questo la sua attività è identificabile come “artivismo tecnologico”.
“Non mi sento un ottimista tecnologico e tanto meno un feticista. La mia formazione culturale mi ha portato a condividere il punto di vista cyberpunk: l’uso democratico e creativo delle tecnologie é frutto di una battaglia costante. Anche se il digitale dà grandi possibilità esistono interessi economici (di pochi) che fanno di tutto per mettere freni e gabbie.”
Si parte dal fondamentale documento collettivo “Per una nuova cartografia del reale” per arrivare al “progetto EutopiE” che sta prendendo forma attraverso la rete. Si racconta dell’esperienze della Minimal-TV, del tele-racconto, dell’attivismo video, del V-jing teatrale e del perché “La televisione non esiste: sono solo figurine“. Si tratta di web-cam-teatro, di smitizzazione della tecnologia, delle responsabilità politiche degli artisti e di “realtà tecnologicamente aumentata”.
“… per me l’essere umano è tecnologico, la natura dell’umano è artificiale, ed è questa artificialità che ci distingue dagli animali: le scarpe che portiamo, i vestiti che indossiamo, le case in cui viviamo, sono tutti artifici che nessun animale possiede. La creazione di macchine appartiene a noi, è la nostra natura. Il vero problema nasce quando non si ha il giusto controllo dei mezzi tecnologici.”


